Pedagogia dei Genitori

Scuola

La situazione: la scuola è sicuramente un luogo in cui la collaborazione con i genitori è fondamentale per il benessere e l’apprendimento efficace degli alunni. Negli ultimi anni ci è stata sottolineata la crescente difficoltà a coinvolgere i genitori nella vita della scuola ed in particolare nel trovare una complicità educativa. Paradossalmente, le famiglie lamentano una scarsa sensibilità verso i loro bisogni. I rispettivi pressanti impegni che condizionano la vita di tutti noi ostacolano il dialogo autentico e rendono difficile trovare momenti condivisi per costruire un’alleanza. In definitiva i momenti di contatto si riducono a situazioni istituzionali (colloqui, consigli di classe aperti, consegna delle schede) o a discussioni che nascono da problemi contingenti o situazioni di difficoltà.

La proposta di Pedagogia dei Genitori, invece, è proprio quella di uscire da questo circolo vizioso. Quando gli insegnanti, nel corso dell’anno scolastico, chiedono ai genitori di raccontare per scritto momenti di vita con i propri figli e di condividerli, creano occasioni di incontro, di conoscenza reciproca, di fiducia. Cardini per costruire un patto educativo concreto. Nella nostra esperienza la risposta delle famiglie è positiva, anche in termini di partecipazione, perché si sentono protagoniste dell’educazione del proprio figlio.

A cosa serve la formazione a scuola?

Fornisce agli insegnanti strategie efficaci per coinvolgere i genitori e proporgli di narrare. Illustra i punti di apprendimento contenuti all’interno delle narrazioni e stimola la riflessione e l’arricchimento collettivo.

Ci sono vari aspetti su cui si può intervenire, non più in modo generale e teorico, ma concreto ed esperienziale (anche preventivo, cioè prima che le difficoltà emergano):

  • Costruzione del gruppo classe
  • Continuità educativa
  • Orientamento alla scelta della scuola superiore
  • Disabilità
  • Bisogni educativi speciali (BES)
  • Diversità (etnica, di orientamento sessuale)
  • Bullismo
  • Dispersione scolastica

Nel corso degli anni la formazione di base lascia il posto ad un lavoro di sperimentazione e ricerca con un approccio sempre più globale, volto a prevenire le difficoltà.

Modalità di intervento

Incontri esperienziali di formazione: basi metodologiche, esempi di percorsi effettuati e relativi risultati, strategie applicative legate al contesto classe ed alla situazione scolastica, laboratori per acquisire padronanza con lo strumento narrativo.

Proposta in classe: gli insegnanti chiedono ai genitori di raccontare dopo aver concordato specifiche consegne.

Lettura condivisa (eventuale): insegnanti e genitori, facilitata dai formatori.

Evoluzione del percorso: ulteriori proposte correlate.

Dove operiamo?

Negi ultimi 15 anni abbiamo avuto la possibilità di collaborare con scuole di ogni ordine e grado, dalla materna alle superiori.

In particolare, nella scuola secondaria di primo e secondo grado abbiamo assistito ad un progressivo coinvolgimento non solo dei genitori ma di tutte e tre le componenti della scuola: genitori, alunni ed insegnanti raccontano. Un grande successo!

Sanità

In ambito sanitario la formazione di Pedagogia dei Genitori può servire a migliorare la relazione medico-paziente/familiari del paziente.

Anche se ancora poco riconosciuta a livello istituzionale, la formazione umanistica del personale medico e paramedico gioca un ruolo integrante per il benessere psicofisico dei pazienti: sentire una presenza, sentirsi ascoltati e capiti è quello che i pazienti o i loro familiari desiderano e chiedono attraverso le loro storie.

Nel corso degli ultimi anni abbiamo effettuato interventi formativi nei distretti sanitari di Pisa, Siena, Livorno e Grosseto, organizzati dalle rispettive Aziende Sanitarie/Ospedaliere.

La tematica più richiesta è stata la comunicazione della diagnosi neo-natale. È questo uno dei momenti cruciali in cui le capacità relazionali dei medici vengono messe a dura prova. Spesso si tende a delegare, esacerbando il senso di vuoto dei genitori che non chiedono risposte ma solo qualcuno che stia lì con loro.

La formazione si attua secondo i canoni della Medicina Narrativa, di cui Pedagogia dei Genitori condivide strategie e obiettivi:

  • ascolto attivo
  • pensare con le storie
  • raccontarsi

Servizi sociali

Gli operatori del sociale sono, nella nostra esperienza, molto sensibili all’importanza del contributo attivo delle famiglie per realizzare un intervento mirato basato sulla condivisione e la collaborazione.

Le USL di Pisa e dell’Alta Val d’Era hanno realizzato negli anni passati proficui corsi di formazione rivolti a tutte le figure professionali del GOM (Gruppo Operativo Multidisciplinare). Abbiamo registrato un buon livello di partecipazione, soprattutto da parte di assistenti sociali ed educatori professionali.

Recentemente abbiamo partecipato ad un corso di formazione organizzato dalla società della Salute di Pisa, rivolto agli accompagnatori del trasporto per disabili di tutta la provincia.

Associazioni

La formazione nelle Associazioni di famiglie con figli disabili viene attuata su tutto il territorio nazionale, con percorsi intensivi o stage di tipo prevalentemente laboratoriale rivolti a genitori ed operatori.

Gli interventi hanno un duplice obiettivo:

  • far acquisire padronanza dello strumento narrativo ed attuare percorsi di crescita personale
  • diffondere in sede locale le testimonianze dei genitori, che diventano strumento di studio per i professionisti e di conoscenza ed informazione per altre famiglie

Gruppi di Narrazione

Introduzione

I gruppi di narrazione sono uno degli strumenti di Pedagogia dei Genitori, che ha la funzione di raccogliere e valorizzare la narrazione di storie personali.

I gruppi consentono ai partecipanti di acquisire la consapevolezza che il vissuto di ciascuno ha un valore educativo insostituibile, per sé e per gli altri. Raccontare le proprie storie aiuta a mettere ordine nella propria vita. La condivisione delle storie stimola la riflessione, ci avvicina, sollecita nuovi ricordi.

I Gruppi di Narrazione attuati in ambito lavorativo (ospedali, scuole, aziende) aiutano a rivisitare il concetto di professionalità degli operatori, favorendo la possibilità di attuare alleanze paritarie, come confermato dalla vasta letteratura nell’ambito della Medicina Narrativa.

Le narrazioni si fondano sulla quotidianità e sono in grado di trasmettere positività. Anche gli aspetti più dolorosi o negativi diventano un insegnamento che porta alla “ricostruzione” ed apre nuove possibilità di valorizzazione della propria esperienza umana e professionale, promuovendo il benessere sia di chi racconta sia di chi ascolta.

Modalità

I gruppi di narrazione si attuano a livello territoriale e possono partecipare tutti, portando solo la propria esperienza di vita. Non vi sono dichiarazioni di ordine generale, si narrano in forma scritta situazioni vissute e sperimentate. Nell’ambito degli incontri il facilitatore propone temi legati ad un percorso programmato. Segue uno spazio dedicato alla lettura condivisa dei propri scritti.

Gruppi dedicati

È possibile formare gruppi dedicati sulla base di bisogni e/o interessi specifici: genitori, donne in gravidanza, coppie, familiari e/o assistenti di persone che vivono situazioni di disagio (disabili, persone affette da Alzheimer, morbo di Parkinson, demenza senile, disturbi psichici ecc.). La modalità di lavoro è innovativa, in quanto non si parte dal problema, ma si opera par valorizzare ogni singolo individuo per quello che è: non c’è niente da buttare nelle proprie vite! Una maggior autostima sarà il punto di forza per rialzarsi, per affrontare con serenità e consapevolezza i momenti più difficili.

Biodanza e Narrazione

Biodanza® è un sistema di integrazione che consente a ciascun individuo di riscattare l’unità psicofisica. Si compone di un insieme esercizi che sollecitano movimenti di danza naturali, indotti dalla musica, secondo un modello teorico destinato ad aumentare il grado di salute, migliorare la comunicabilità, stimolare la creatività esistenziale.

Perché il connubio Biodanza® e Narrazione?

Biodanza® e Narrazione hanno approccio e obiettivi condivisi: lavorano stimolando l’espressione di ognuno, utilizzando prevalentemente linguaggi non verbali: il movimento del corpo, la voce, la parola scritta. Un’espressione naturale, non pensata, che va a svelare la parte sana di ogni individuo. In Biodanza® questa espressione è sollecitata dalla musica, nel caso della Narrazione è sollecitata dai ricordi. In entrambi i casi si vive il “qui ed ora”, frutto della nostra storia e della nostra identità.

Ciò che contraddistingue le due metodologie è la possibilità di emozionarsi e l’emozione genera energia, impulso, creatività, rendendo manifesti potenziali spesso sopiti. L’emozione “sana” attiva e regola una serie di processi fisiologici che portano ad una situazione di benessere psico-fisico, come recentemente dimostrato da uno studio congiunto delle Università di Toronto, Pittsburgh e California-Berkeley (link allo studio): le emozioni positive portano ad un abbassamento di specifiche molecole infiammatorie.

Le iniziative

Il connubio Biodanza® e Narrazione è nato nel 2006 per iniziativa di Paola Magli, insegnante di Biodanza®, con la realizzazione di un corso (finanziato dalla USL di Pisa) dedicato a famiglie ed operatori in situazioni di disagio.

A partire dal 2008 sono stati realizzati corsi annuali con attenzione a giovani adulti con disabilità intellettiva e relazionale di vario grado (patrocinati dall’ANFFAS-Onlus di Pisa), corsi per adolescenti con disabilità motoria e giovani in situazione di marginalità sociale (patrocinati dal Comitato Etico dei Care Giver di Pisa), cicli di incontri nell’ambito del settimanale di Biodanza®, stage, incontri per parkinsoniani ed i loro care giver e stage per gruppi glbtq.